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Numero 24 - 16 dicembre 2009 NORMATIVA [68]    GIURISPRUDENZA [27]    DOCUMENTAZIONE [5]

Il riconoscimento delle Camere di commercio quali enti pubblici di autonomia funzionale

Le Camere di commercio sono istituzioni che operano per favorire uno sviluppo complessivo ed equilibrato del territorio; uno sviluppo mai fine a se stesso, bensì volto al raggiungimento di obiettivi di welfare, secondo una visione ed un orientamento culturale liberale che considera il mercato e il profitto come strumenti per portare i cittadini ad una condizione di maggiore benessere. 
Tradurre tale visione nella realtà dell’agire quotidiano significa considerare il merito, la responsabilità, il rispetto delle regole e la trasparenza come valori imprescindibili, nonché impegnarsi nell’interpretare compiutamente il compito che – in quanto istituzioni economiche – sono chiamate a svolgere: creare le condizioni ottimali per una piena espressione dell’attività d’impresa nel suo ruolo fondamentale di promotrice di ricchezza per il territorio.
Dalla loro nascita - più di 300 anni fa e con una funzione fortemente legata a sostenere l’intervento dello Stato nell’economia - le Camere di commercio sono diventate sempre più espressione, e insieme fulcro, dei sistemi produttivi locali, fino ad affermarsi con la Legge di riordino n. 580 del dicembre 1993 - come luogo privilegiato in cui si esprimono le istanze del mercato e, dunque, il naturale punto di incontro tra imprese, cittadini, e istituzioniUn processo scandito da alcune tappe fondamentali che, a livello normativo, hanno rappresentato importanti capisaldi per una compiuta espressione del ruolo di motore dello sviluppo del Paese cui il sistema aspira...
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Il posizionamento istituzionale delle Camere di commercio dopo la sentenza n. 374 del 2007

La sentenza n. 374 del 2007 permette un importante chiarimento sulla questione della competenza in tema di ordinamento delle Camere di commercio e sulla loro posizione istituzionale. Tuttavia, rispetto alla soluzione nello specifico adottata dalla Corte, forse sarebbero state preferibili altre soluzioni interpretative; anch’esse avrebbero però presentato luci ed ombre...
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Il seguito (normativo ed amministrativo) alla sentenza della Corte costituzionale 5 novembre 2007, n. 374

La sentenza della Corte costituzionale del 5 novembre 2007, n. 374, con cui la Corte ha dichiarato che non spetta “allo Stato, e per esso al Ministero dello sviluppo economico, decidere, ai sensi dell'art. 6 del decreto del Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato 24 luglio 1996, n. 501 (Regolamento di attuazione dell'art. 12, comma 3, della legge 29 dicembre 1993, n. 580, recante riordino delle camere di commercio, industria, artigianato ed agricoltura)...
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Dimensione europea della tutela dei diritti fondamentali e tecniche interpretative

Più d’uno sono, come si sa, i modi coi quali comunemente si tratta dei diritti fondamentali e della tutela che ad essi è ovvero può o ancora deve essere complessivamente apprestata. Principalmente, v’è quello frequentemente adottato da quanti si volgono a descrivere quale essa sia, nei singoli ordinamenti, ulteriormente precisandone per ciascuno di essi le forme... (segue)

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La legge d’interpretazione autentica viola il diritto al giusto processo di cui all’art. 6 della CEDU? (Nota a Corte cost., 26 novembre 2009, n. 311)

La Corte costituzionale con la sentenza n. 311 del 2009 tocca fondamentalmente due temi: i limiti alla legittimità costituzionale delle leggi d’interpretazione autentica e la portata applicativa dell’art. 117, primo comma, Cost. rispetto a tali leggi, nel loro raffronto con l’art. 6.1... (segue)

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  • Il cammino delle Camere di commercio verso la valorizzazione delle autonomie funzionali

    L'evoluzione del ruolo delle Camere di commercio, nell’ambito del percorso verso la piena attuazione del federalismo, ha le sue radici profonde nella legge che, più di quindici anni fa, ha riformato il Sistema camerale: la n. 580 del 1993. Oltre a ribadire l’autonomia organizzativa e finanziaria delle Camere, la legge di riordino ha innovato profondamente nel proporre l'idea dell’esistenza di particolari categorie di enti la cui natura si fonda su un concetto di autonomia caratterizzato dal legame che manifestano con gli interessi rappresentati. enti espressione di comunità differenziate, portatrici di specifiche esigenze, in grado di darsi forme di autogoverno, e che – tuttavia – necessitano di far sentire la propria voce nel panorama istituzionale ed amministrativo... 
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  • Le autonomie funzionali quale espressione del divenire del pluralismo nell'ordinamento italiano

    Le autonomie funzionali si configurano come un fenomeno estremamente attuale, se pensiamo che la prima formulazione da parte del legislatore si è avuta con la legge n. 59 del 1997, e quanto mai complesso sia con riferimento alla definizione del loro significato, che alla collocazione all’interno dell’ordinamento. Allo stesso tempo la problematicità che si cela dietro l’identificazione di questi soggetti di diritto pubblico rappresenta un interessante caso di studio per comprendere processi di transizione all’interno dell’assetto statale. Si cercherà, pertanto, nelle pagine che seguono di ripercorrere l’evoluzione di tale formula organizzatoria attraverso un esame globale del fenomeno nel tentativo di individuarne i caratteri identificativi...
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