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Numero 3 - 08 febbraio 2012 NORMATIVA [17]    GIURISPRUDENZA [18]    DOCUMENTAZIONE [21]

La dimensione europea della politica di concorrenza

Se vi è un ambito in cui l’ordinamento europeo ha radicalmente inciso sul modo di essere e di operare dell’ordinamento nazionale, è quello della politica di concorrenza. Già ad uno sguardo sommario, limitato al solo dato positivo, appare evidente come – mai come in questo caso – il modello europeo sia stato un punto di riferimento centrale e dominante: di più, un “formante” capace di innescare un processo di armonizzazione “spontanea” o dal basso, non indotta cioè (se non limitatamente) dal legislatore di Bruxelles e che ha condotto, in breve, ad una quasi completa conformazione dell’antitrust nazionale al paradigma europeo, sul piano (a) sostanziale, (b) procedimentale e (c) degli stessi apparati istituzionali. In termini di diritto sostanziale, l’omogeneizzazione è pressoché totale. Com’è noto, le disposizioni-chiave della disciplina UE in materia di intese restrittive (art.101 TFUE), abuso di posizione dominante (art. 102 TFUE) e controllo delle concentrazioni (ex Regolamento n. 139/2004) sono riprodotte alla lettera dalla fonte interna (rispettivamente: artt. 2 e 4; art. 3; ed artt. 5-6 della legge n. 287/90). Sul piano applicativo, poi, la coincidenza di impostazione ed esiti è ulteriormente garantita, potremmo dire “blindata”, dalla clausola di “interpretazione conforme” enunciata dall’art. 1, co. 4, della legge n. 287/90: norma che, introducendo una sorta di rinvio mobile agli orientamenti europei, vale ad escludere in radice la possibilità di esiti divergenti in sede di enforcement. In sostanza, quindi, l’autorità (e il giudice) nazionale laddove non dia direttamente applicazione alle disposizioni del Trattato FUE (e del diritto derivato) – agendo quindi, specie in esito al Regolamento n. 1/2003, in veste di organo decentrato di esecuzione dei precetti UE – opera comunque, e decide, sulla base di precetti nazionali che sono uniformi, negli enunciati e (tendenzialmente) negli effetti, rispetto alla disciplina sovranazionale. Si consideri che il fenomeno ha spettro ampio, sostanzialmente esteso all’intera Unione. In pratica può dirsi che, con qualche eccezione, la totalità degli Stati membri si è dotata col tempo di normative interne che ricalcano quella europea (significativo è il caso del Regno Unito che, pur avendo una consolidata tradizione antitrust, ha comunque modificato il regime interno e, con il Competition Act del 1998, ha introdotto disposizioni che fedelmente riflettono quelle dell’UE)... (segue)

Il partenariato pubblico privato istituzionalizzato nell'evoluzione normativa

Nella ripartizione dei compiti con gli altri relatori, mi è stato chiesto di concentrarmi sull’evoluzione legislativa sugli strumenti di collaborazione pubblico privato, con particolare riferimento alle c.d. società miste. Nell’epoca della crisi economico-finanziaria e della conclamata esigenza di massima privatizzazione e liberalizzazione dei servizi pubblici e delle attività tradizionalmente gestite da soggetti pubblici, l’attenzione al tema del partenariato pubblico-privato è evidentemente massima, mentre è indubbio il condizionamento che la disciplina... (segue)

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Prolegomeni minimi a una ricerca forse necessaria su forma di governo e sistema dei partiti

Le dinamiche, oggi tumultuose, della funzione di governo chiamano in causa temi di fondo, sia sul piano del metodo sia sul piano dogmatico, che, lungamente indagati dalla scienza giuridica e non solo da essa, per diversi motivi hanno... (segue)

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Dimensione degli interessi pubblici, conferimento delle funzioni amministrative e riordino territoriale.

La questione del riordino territoriale in Italia risale molto indietro nel tempo, intrecciandosi con l’evoluzione del tipo di Stato unitario nel suo complesso; anche se, con riferimento all’attualità, riguarda in particolare il processo di decentramento territoriale autonomistico. Per quanto concerne i comuni, come è noto, le esigenze di riordino derivano innanzitutto: dal numero estremamente alto di enti comunali, oltre ottomila... (segue)

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A.P. n. 4/2011, Sentenza TAR Lazio N. 197/2012, art. 35 Decreto Monti: quali prospettive?

Con una recente sentenza (n. 197/2012) che ha inaugurato il nuovo anno il TAR Lazio, Sezione Prima Ter, si discosta dall’Adunanza Plenaria n. 4/2011 affermando che in una controversia riguardante un appalto di servizi... (segue)

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Evoluzioni del Costituzionalismo svedese

Dopo un lungo percorso preparatorio, avviatosi nel corso del 2004 con l'istituzione di una speciale Commissione parlamentare di studio e proposta (composta dai parlamentari di tutti i partiti ed integrata da esperti giuspubblicisti), la Costituzione pluritestuale svedese è stata, di recente, oggetto di una ampia modifica da parte del Riksdag (il Parlamento unicamerale) nel novembre 2010, sì che le nuove disposizioni costituzionali sono entrate in vigore nel gennaio 2011... (segue)

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Leggere 'Il Filangieri' per impostare bene le riforme. Decisivo il sistema elettorale, ma non adatto quello tedesco

Il quaderno 2010 della rivista "Il Filangieri" edito da Jovene, dal titolo "Governare le democrazie. Esecutivi, leader e sfide", si presta in modo particolarmente utile a impostare il dibattito sulle riforme istituzionali per il 2012. La parte prima, con contributi di Lippolis, Fabbrini, D'Alimonte, Barbera, Lupo, Salerno e Cintioli e' dedicata a... (segue)

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  • Riforme: cosa, come, quando? Un Comitato di redazione per far partire le, poche ma necessarie, riforme costituzionali

    Proviamo ad essere ottimisti. Ipotizziamo che il governo Monti riuscirà a risolvere la crisi di credibilità dell'Italia in Europa e di fronte ai mercati finanziari mondiali, innescando nel nostro paese positivi fenomeni di risparmio della spesa pubblica, inserendo liberalizzazioni significative che vadano a colpire aree troppo protette della nostra società, intervenendo in modo sostanziale su mercato del lavoro, strumenti di sicurezza sociale, pensioni. E ipotizziamo anche che Monti - nella permanente difficoltà di tutti i partner europei - riuscirà a mandare ancora più avanti, finalmente verso un punto di non ritorno, il federalizing process europeo, durato comunque poco più di cinquanta anni a fronte dei cento anni degli Stati uniti... (segue)
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  • Un'inammissibilità 'annunciata'. Commento a prima lettura di Corte cost., sent. n. 13/2012

    Con la sent. n. 13 del 2012 la Corte costituzionale ha deciso i giudizi di ammissibilità sulle due richieste di referendum abrogativo aventi per oggetto (rispettivamente in toto e pro parte) la disciplina delle elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica recata dalla legge n. 270 del 2005. La sentenza ha dichiarato inammissibili le richieste di referendum, ponendosi in linea di continuità con la pregressa giurisprudenza costituzionale, specie sul punto della impossibilità di ammettere la reviviscenza di norme a seguito di abrogazione referendaria... (segue)
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  • Il Fondo europeo di Stabilità: un elemento propulsivo della nuova Europa

    La difficile situazione finanziaria internazionale ha messo gli Stati nella condizione di dover fronteggiare la crisi facendo ricorso a diversi strumenti. Ciò che è apparso chiaro per quel che riguarda gli Stati membri dell’Unione europea è che una loro azione isolata, in nessun caso, avrebbe potuto produrre risultati positivi di stabilità. Anche le economie più solide hanno dovuto fare i conti con l’ovvia constatazione per la quale il mantenimento della loro stabilità e del loro benessere doveva passare gioco-forza per il mantenimento della stabilità di tutte le economie degli Stati membri... (segue)
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