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Numero 2 - 25 gennaio 2012 NORMATIVA [10]    GIURISPRUDENZA [7]    DOCUMENTAZIONE [9]

La dimensione europea delle politiche di sicurezza in Italia

Affrontare oggi il tema della sicurezza interna, in Italia come nel resto del mondo, significa porsi di fronte ad un fenomeno sociale di estrema rilevanza per l’intera collettività ma i cui risvolti ed ambiti di riferimento, sotto il profilo istituzionale, legislativo, operativo ma anche economico e culturale, non solo sono profondamente mutati negli ultimi venti anni ma richiedono continui cambiamenti ed adattamenti imposti dalla rapidità e frequenza con la quali gli operatori del crimine, dai più pericolosi (la criminalità organizzata) ai meno pericolosi (microcriminalità), sfruttando le opportunità loro offerte dall’innovazione e dalla globalizzazione dei mercati, modificano ed organizzano le loro attività criminali sul territorio.
Pochi concetti, credo, hanno avuto un ampliamento così vasto di significati come quello della sicurezza, definita di volta in volta interna, esterna, pubblica, partecipata, condivisa, urbana, di prossimità, funzionale, locale ecc. ed altrettanto vasta ed articolata è stata la risposta della criminalità, e quindi le tipologie di nuovi reati che questi attori hanno attivato nei mercati illegali al fine di infrangere la “sicurezza” dei cittadini e la loro fiducia nelle istituzioni. Per ciascuno di questi significati, e questa è una ulteriore difficoltà, si profilano livelli di responsabilità, funzioni e competenze degli operatori della sicurezza che chiedono e devono trovare, perché l’obiettivo comune sia raggiunto, quello della la difesa della sicurezza e della legalità, una loro armonizzazione e un coordinamento nelle politiche pubbliche di intervento. Nel nostro ordinamento le innovazioni più importanti in materia di sicurezza interna sono state introdotte, ormai trent’anni fa, dalla legge 121/81 a cui sono seguite, negli anni successivi, decreti legislativi, direttive ed ulteriori leggi, da ultimo le modifiche introdotte nel 2001 al Titolo V della Costituzione, che hanno apportato cambiamenti significativi nell’organizzazione, funzionamento e responsabilità degli enti territoriali e degli apparati delle forze di polizia preposti alla sicurezza.  Il cambiamento di prospettiva più significativo, tuttavia, a me pare sia stato introdotto nella nostra legislazione sulla sicurezza dalla partecipazione dell’Italia al processo di integrazione europeo. Non si tratta soltanto, come avvenuto in tanti altri ambiti del nostro sistema normativo, economico, sociale, di un adeguamento crescente delle istituzioni e del sistema Italia alla dimensione comunitaria e di una apertura, talvolta avvenuta con difficoltà e forti opposizioni della società, di molti settori ed attività pubbliche e private alle regole definite dall’appartenenza ad un processo che ci ha portato al mercato unico e alla moneta comune.

L’articolazione della forma di governo regionale dopo l’adozione dei nuovi statuti ordinari, tra uniformità del modello e spunti di differenziazione nei singoli enti territoriali

La revisione del Titolo V della Parte II della Costituzione, operata dalle leggi costituzionali n. 1 del 1999 e n. 3 del 2001, ha rappresentato la più ampia ed incisiva riforma istituzionale realizzata in oltre sessant’anni... (segue)

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La riforma delle Unioni di Comuni fra 'ingegneria' e 'approssimazione' istituzionali

L’accelerazione riformatrice impressa sul sistema delle autonomie locali dalla gravissima e inedita emergenza economica e finanziaria in corso ha catapultato nell’agone territoriale e amministrativo un modello di associazione fra piccoli comuni... (segue)

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La politica in televisione: il difficile ruolo del Parlamento

E’ sempre attuale la riflessione, da un punto di vista istituzionale, sulle modalità più idonee a divulgare i contenuti del dialogo politico nel nostro Paese e, attraverso la loro divulgazione, ad accrescere e valorizzare tali contenuti. Queste modalità si pongono quale presidio del sistema... (segue)

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La strana (e forse illegittima) seconda attuazione della delega su Roma capitale

Il 21 novembre 2011 il neo insediato Governo Monti ha approvato, come primo provvedimento della propria gestione, lo schema di decreto legislativo recante “Ulteriori disposizioni recanti attuazione dell’art. 24 della legge 5 maggio 2009, n. 42... (segue)

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  • Riforma delle Province. Spunti di proposte a breve e lungo termine.

    La discussione in tema di riforma delle province è ormai, politicamente, ad un punto di non ritorno. È inevitabile mettere mano alla materia e dunque è opportuno riflettere su quale possa essere una proposta - sensata e fattibile - di intervento. E ciò anche prescindendo dall’art. 23 del decreto Salva Italia che - seppur non dovesse subire una declaratoria di incostituzionalità da parte della Corte (come peraltro non improbabile) - presenta comunque aspetti di criticità nell’applicazione che vanno superati... (segue)

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  • C'è spazio anche in Italia per una concezione 'culturalista' della cittadinanza? Brevi profili comparatistici e spunti di riflessione in vista di una revisione della legislazione nazionale

    «Mi auguro che in Parlamento si possa affrontare anche la questione della cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri. Negarla è un'autentica follia, un'assurdità. I bambini hanno questa aspirazione». Con queste parole, pronunciate dal Presidente Napolitano lo scorso 22 novembre, la questione relativa alla revisione della disciplina sull'accesso alla cittadinanza italiana è tornata nuovamente ad animare il dibattito politico del nostro Paese. E' ormai probabile che già in questa, o più verosimilmente nella prossima legislatura, le forze politiche avvieranno un confronto serio sulla necessità di svecchiare una normativa che si segnala per essere tra le più conservatrici in Europa e nel Mondo. Proprio rispetto a quest'ultima notazione sembra utile una breve riflessione... (segue)
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  • Del cittadino spaesato nel gran suk normativo. Note a margine di un convegno sul dialogo tra le giurisdizioni

    Il 16 gennaio 2012 si è tenuto presso il Senato della Repubblica un convegno dedicato al “giudice amministrativo nella modernità”. La prima sessione era intitolata al “dialogo tra le giurisdizioni”. Un “dialogo” che costituisce una tregua rispetto agli anni trascorsi, connotati, non di rado, piuttosto da una “guerra” tra le giurisdizioni. La necessità di un dialogo ci ricorda che, a monte, esiste un discorso aperto e incompiuto, sulla distribuzione di competenze tra le giurisdizioni, ordinaria, amministrativa, contabile, tributaria. Le sezioni unite della Cassazione dedicano gran parte del proprio lavoro a “regolare la giurisdizione”.... (segue)
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