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Numero 9 - 02 maggio 2012 NORMATIVA [38]    GIURISPRUDENZA [39]    DOCUMENTAZIONE [5]

Sulla vocazione del nostro tempo per una riforma della Corte dei Conti e la ricostruzione unitaria delle sue funzioni

Qualsiasi riflessione intorno a possibili linee di riforma della Corte dei conti non può non partire dall'attuale contesto economico e istituzionale, italiano e europeo. Il rispetto del recente accordo firmato da 25 Capi di Stato e di Governo dell'Unione europea, cd. "fiscal compact", rende più stringente l’obbligo per gli Stati membri della Ue di rispettare i vincoli sul disavanzo (3%) e sul debito pubblico (60%) rispetto al PIL, che viene ora ad essere assistito anche da sanzioni “quasi automatiche” e da una scansione più pervasiva, sotto il profilo temporale e numerico, del percorso di risanamento per gli Stati non-compliant. In tale contesto si inserisce, da ultimo, la riforma dell’art. 81 della Costituzione nazionale, che impone oggi il tendenziale pareggio di bilancio. Il rispetto del vincolo del rapporto tra PIL e debito pubblico per l’Italia comporta, in estrema sintesi, di dover scendere dagli attuali quasi duemila miliardi di debito pubblico, pari a oltre il 120% di un Pil di circa milleseicentomiliardi di euro, a circa novecentocinquanta miliardi, con una manovra di oltre quarantacinque miliardi l’anno, fermo rimanendo il livello di inflazione e sempre che si riesca ad evitare un peggioramento dell’attuale situazione di recessione: il controllo della quantità e della qualità della spesa pubblica - insieme alla capacità di ritornare a crescere, al mantenimento di bassi tassi di interesse e all'aumento delle entrate (preferibilmente recuperando l'evasione e mettendo sul mercato assets pubblici, evitando cioè di aumentare il carico fiscale) - sarà dunque cruciale per raggiungere gli obiettivi richiesti dall’Europa.. Anche l’obiettivo del pareggio di bilancio richiederà manovre di ampiezza non dissimile: per passare, su una spesa pubblica di circa 750 miliardi l’anno, dall’attuale 3,9% di deficit al pareggio occorre una manovra, effettuata sempre riducendo le spese o aumentando le entrate, di circa 30 miliardi l’anno. E, d’altra parte, qualsiasi ricontrattazione del “fiscal compact” dovesse aver luogo nei prossimi mesi potrà forse modificare la dimensione delle cifre, ma non la sostanza della prova che attende l’Italia. Eppure, pur nelle dimensioni che possono destare spavento, si tratta in realtà di un obiettivo non impossibile, che potrebbe essere raggiunto con un mix di interventi, il migliore dei quali non dovrebbe comportare un aumento della tassazione, bensì la riduzione della spesa pubblica (pari a circa la metà del PIL) di circa il 3% annuo, il recupero progressivo dell'evasione (calcolata dalla Corte dei conti in circa il 10-12% del PIL) per circa il 15% annuo e la vendita di alcuni assets pubblici; diversamente, i tassi di interesse sul debito pubblico potrebbero raggiungere livelli non sostenibili e forieri di un livello di inflazione – europea, a questo punto, a meno di non voler sperimentare la strada autonoma dell’uscita dall’euro, che comporterebbe una inevitabile svalutazione della nuova moneta nazionale! – di nuovo sulla soglia delle due cifre! Si tratta – come detto - di un obiettivo non impossibile, certo, ma per il raggiungimento del quale occorrerà concentrare le forze e gli sforzi di tutti i soggetti istituzionali... (segue)

Fecondazione eterologa e corte europea CEDU: quali effetti vincolanti nel contrasto di interpretazione tra due decisioni ed altri profili processuali di costituzionalità

L’ambito del mio intervento discende dalla personale interpretazione della finalità di questo incontro presso l'Università Europea di Roma, cioè quella di dare una testimonianza e documentazione più ampia possibile dello stato della dottrina giuridica costituzionale... (segue)

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Legiferare per dilemmi sulla fine della vita: funzione del diritto e moralità del legislatore

Talvolta la fine della vita è stata considerata come una questione giuridica aperta da un vuoto di normazione. Di fronte al quale si è venuto consolidando un radicale contrasto: da una parte, l’attribuzione dell’arco vitale di ogni persona, nel tempo e... (segue)

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La Corte costituzionale precisa (e ridimensiona) il ruolo del “Tribunale dei ministri” e delle Camere nel procedimento per reati del Presidente del Consiglio e dei Ministri.

Le sentenze della Corte costituzionale n. 87 e 88 del 12 aprile 2012 segnano una nuova evoluzione della giurisprudenza costituzionale nell’ambito della... (segue)

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Il diritto allo studio fra Stato e Regioni

L'espressione «diritto allo studio», comunemente utilizzata, non è codificata nella Costituzione, ma trova comunque fondamento nell’art. 34 di essa, il quale — dopo aver dichiarato che «la scuola è aperta a tutti» (co. 1°) e che «l’istruzione inferiore … è obbligatoria e gratuita»... (segue)

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La fiscalità municipale: l'evoluzione dalla riforma federalista al decreto liberalizzazioni

Lo sviluppo dell’autonomia finanziaria degli enti territoriali, e dei Comuni in particolare, attraversa negli ultimi tempi un percorso non del tutto lineare, dovuto a vicende in parte inaspettate, che si sono presentate con urgenza e che hanno parzialmente interferito... (segue)

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Riflessioni sulla funzione presidenziale di garanzia in tema di decretazione d'urgenza in materia elettorale

La risposta che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, fornì, durante la campagna per le elezioni regionali del marzo 2010, alle molte richieste di quegli elettori i quali gli avevano chiesto di non emanare il decreto-legge n. 29 del 2010... (segue)

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  • Il vestito di Arlecchino: prime note sul c.d. «ABC costituzionale»

    Il 12 aprile 2012 è stata resa nota una «proposta provvisoria di riforma di alcune norme della Costituzione», il cui contenuto – con marginali correzioni – è stato assunto il 18 aprile successivo come testo base del relatore nella Commissione Affari costituzionali del Senato della Repubblica. Il testo è per ora formalmente denominato «Proposta di modifica al Nuovo Testo del DDL n. 24, 216, 894, 1086, 1114, 1218, 1548, 1589, 1590, 1761, 2784, 2875, 2941, 3183, 3204, 3252» ed è stato colloquialmente ribattezzato nello slang politichese come «ABC costituzionale»... (segue)
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  • Due interventi sul primo turno in Francia

    Hollande parte con circa 800 mila voti di vantaggio: meno votanti e un risultato strabico con due vincitori che non dà certezze. Cosa ci dicono le cifre assolute Si era diffusa ieri l'idea di una partecipazione più elevata o quasi identica rispetto a cinque anni fa. In realtà i voti validi sono circa 800 mila in meno. Erano 36 milioni e 700 mila nel 2007, sono oggi quasi 35 milioni e 900 mila. Ci sono però tre differenze. La prima è che in Francia ci si iscrive alle liste elettorali, non c'è un automatismo e questa volta ci si è iscritti di più... (segue)
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