Colpisce, innanzitutto, il mancato raggiungimento del quorum di validità (assestatosi al 23,3% per i due referendum sul premio di maggioranza alla Camera e Senato e al 23,8% per l'abrogazione delle candidature multiple alla Camera), in particolare il fatto che l'affluenza alla urne sia stata la più bassa della storia dei referendum abrogativi finora effettuati in Italia. E con ogni probabilità sarebbe stata ancora più bassa (ipotizzo intorno al 10-15%), se non avesse beneficiato dell'abbinamento con il voto per le elezioni amministrative e dunque di un effetto, sia pure parziale, di trascinamento. Sembra preistoria il tempo in cui il referendum del 1974 relativo all’abrogazione della legge sul divorzio raggiungeva la partecipazione dell'87,7 degli italiani (40,7 per il “sì”; 59,3 per il “no”). Una percentuale di votanti che non è più stata raggiunta. Anzi, dal 1974 fino ad oggi, si è avuta una progressiva e costante erosione della partecipazione interrotta solo dai referendum tenutisi tra il 1991 e il 1995 quando l'affluenza ha avuto dei picchi del 76-77% (ad esempio per i referendum del 1993 sulla droga, sul finanziamento dei partiti, sulla legge elettorale del Senato, ecc.). Ma sono dell'idea che si sia trattato di una eccezione che conferma la regola e che si può spiegare con il generale clima di contestazione di quegli anni avverso Tangentopoli e la classe politica nel suo complesso. In totale, su 59 referendum (escludendo questo del 2009), il quorum è stato raggiunto 35 volte, tutte comprese tra il 1974 e il 1995... (segue)
Con la legge n. 311 del 2004, e più esattamente la Finanziaria per il 2005, sembrava essere iniziata una nuova era. Lo Stato e tutte le istituzioni pubbliche coinvolte, a diverso titolo, apparivano impegnate a risolvere, definitivamente, il problema del deficit pregresso accumulato, principalmente, dai Comuni e dal sistema sanitario. Così non è stato, dal momento che il debito pubblico, stante i più recenti dati pubblicati sul Bollettino Ufficiale di Bankitalia, sembra proiettato a consuntivare, nel 2009, i 1.750 miliardi di euro...
La stratificazione di disposizioni legislative (ipertrofia normativa) e regolamentari (regulatory inflation), i carichi amministrativi (compliance costs) e burocratici (red tape) che gravano sulle attività dei cittadini e delle imprese possono essere oramai annoverati tra...
La riforma del sistema elettorale del Parlamento, operata con la legge 21 dicembre 2005, n. 270, ha apportato significative novità ai testi unici relativi all’elezione dei membri della Camera e del Senato, riguardanti, in particolare, la fase preparatoria del procedimento...
Le originarie disposizioni del titolo V della parte II della Costituzione italiana del 1948, gli Statuti speciali nonché, per quanto concerne le Regioni ordinarie, la L. 11 febbraio 1953, n. 62 in un primo tempo e i successivi Statuti poi, disegnavano, seppure con lievi differenze tra le Regioni speciali e tra queste ultime e quelle ordinarie, una forma di governo incentrata sul Consiglio, che costituiva l’unico organo eletto a suffragio universale e diretto...
La locuzione norma penale di favore viene comunemente utilizzata dalla dottrina per indicare ogni norma penale che preveda una disciplina più favorevole al reo, rispetto a preesistenti incriminazioni. Si tratta di una categoria di norme estremamente eterogenea, nella quale si tende a ricomprendere...