editoriale di Ferruccio Dardanello

Le Camere di commercio sono istituzioni che operano per favorire uno sviluppo complessivo ed equilibrato del territorio; uno sviluppo mai fine a se stesso, bensì volto al raggiungimento di obiettivi di welfare, secondo una visione ed un orientamento culturale liberale che considera il mercato e il profitto come strumenti per portare i cittadini ad una condizione di maggiore benessere.
Tradurre tale visione nella realtà dell’agire quotidiano significa considerare il merito, la responsabilità, il rispetto delle regole e la trasparenza come valori imprescindibili, nonché impegnarsi nell’interpretare compiutamente il compito che – in quanto istituzioni economiche – sono chiamate a svolgere: creare le condizioni ottimali per una piena espressione dell’attività d’impresa nel suo ruolo fondamentale di promotrice di ricchezza per il territorio.
Dalla loro nascita - più di 300 anni fa e con una funzione fortemente legata a sostenere l’intervento dello Stato nell’economia - le Camere di commercio sono diventate sempre più espressione, e insieme fulcro, dei sistemi produttivi locali, fino ad affermarsi con la Legge di riordino n. 580 del dicembre 1993 - come luogo privilegiato in cui si esprimono le istanze del mercato e, dunque, il naturale punto di incontro tra imprese, cittadini, e istituzioniUn processo scandito da alcune tappe fondamentali che, a livello normativo, hanno rappresentato importanti capisaldi per una compiuta espressione del ruolo di motore dello sviluppo del Paese cui il sistema aspira...
(segue)