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Numero 10 - 18 maggio 2011 NORMATIVA [26]    GIURISPRUDENZA [21]    DOCUMENTAZIONE [34]

Elezioni e partiti. Note minime dentro e oltre la vicenda odierna

Le elezioni amministrative in corso, anche solo con riferimento alla prima fase che si è appena conclusa, consentono qualche considerazione “di sistema”, per l’alto numero di elettori chiamati in causa, per il coinvolgimento delle città maggiori, ma anche di città medie e piccole, e per la loro diversa collocazione territoriale. Dunque per la rimarchevole capacità di rivelare i processi in atto, senza far correre il rischio di eccessi di impressionismo. Soprattutto, nella contingenza che si è prodotta, per illuminare vividamente l’accentuato dinamismo degli equilibri politici.
Il nodo fondamentale è quello della tormentata stagione dei partiti italiani, sospinti da pressioni diverse, interne ed esterne a essi, esposti a scomporsi e a ricomporsi, a differenziarsi e a omologarsi, a riprodurre modelli e a distaccarsi da essi, tutto in tempi ravvicinati, in un andamento magmatico che non si arresta e non si consolida in sistema compiuto. La modalità di scelta delle candidature, le tensioni tra schieramenti e interne a ciascuno di essi durante la competizione elettorale, le vicende delle leadership che i risultati rivelano sono gli indicatori di tale stato delle cose.
 Sul finire degli anni Novanta, ebbe una certa fortuna – poi perdurante – una ricostruzione del sistema politico fondata sul concetto di “partito personale”, di “partito nella forma del leader”, ricostruzione proposta osservando gli esiti della crisi del decennio, e incentrata sull’idea di una sorta di seconda modernità nell’organizzazione partitica. Le chiavi di volta di questo nuovo tipo di partito sarebbero il rapporto diretto del leader con l’opinione pubblica, attraverso il monopolio della comunicazione, e la coincidenza, nei casi di affermazione elettorale, tra leadership e premiership, tra dominio del partito e direzione accentrata e unidimensionale del Governo. Vi fu, intorno a questo approccio, un certo entusiasmo ideologico, alimentato dall’aspettativa del compiuto passaggio dall’autunno dei vecchi partiti, ipostasi resistenti corrotte e inefficienti, all’aurora dalle dita di rosa della Nuova Repubblica, i cui tratti erano già percepiti dall’opinione pubblica “a dispetto del dettato costituzionale” (variabile indipendente, e, in linea di tendenza, ininfluente). Il punto di debolezza di siffatto impianto concettuale era nella circostanza – non secondaria – di reggersi sulla percezione di epifenomeni, sulla lettura della cronaca politica di brevissima durata, e rinunciava a fornirsi di un adeguato fondamento empirico circa le connotazioni concrete che questo nuovo tipo di partito andava assumendo, circa la sua base di consenso, il suo insediamento, le ragioni e le possibilità della sua coesistenza con altri modelli di organizzazione partitica e il tipo di rapporto tra tali diverse forme.
E invece proprio in questi tratti – pretermessi – si rivelano i fenomeni dell’oggi.
 

'England does not love coalitions'? Referendum, elezioni e bilancio del primo anno di governo di coalizione nel Regno Unito


“But coalitions, although successful, have always found this, that their triumph has been brief. This too I know, that England does not love coalitions. In quest’ultimo anno commentatori politici ed esponenti della dottrina britannica hanno più volte ricordato quanto sostenuto dal Premier Disraeli di fronte ai Comuni, il 16 dicembre 1852... (segue)

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Il Tribunal Constitucional e lo Statuto catalano


Con la STC 31/2010 il Tribunal Constitucional spagnolo (TC) ha deciso sul ricorso proposto nel 2006 da novantanove Deputati del Gruppo Parlamentare Popolare del Congreso, in riferimento alla Ley Orgánica 6/2006 (19 luglio) di riforma dello Statuto di autonomia della Cataluña (EAC). Il ritardo nell’adozione della decisione è già di per sé significativo delle difficoltà incontrate dall’Alto Tribunale per il tema che è stato oggetto della questione di costituzionalità. È necessario sottolineare, infatti, che da alcuni anni ha avuto inizio in Spagna... (segue)

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L'ordinamento degli enti locali prima e dopo la riforma del Titolo V, con particolare riferimento alla Provincia autonoma di Trento


La modifica del titolo V della Costituzione, introdotta con legge costituzionale 18 ottobre 2001 n. 3,  ha interessato anche il sistema degli enti locali portando a conclusione un graduale processo di riforma avviatosi con la legge 142... (segue)

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Aboliamo le province? Cosa ci insegna la dottrina spagnola


La discussione del libro di Francisco Velasco Caballero cade tempestiva, dato che pochi giorni fa, nell’ambito di un riassetto della spesa pubblica per fronteggiare l’emergenza economica globale, è stata ventilata la notizia – poi smentita –  della possibile abolizione di determinate categorie di Province: a quanto emerge dalla lettura della stampa, si è fatto riferimento ad enti territoriali... (segue)

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La colaboraciòn politica del gobierno local con las instancias territoriales superiores


Uno de los aspectos que centró nuestra atención al analizar comparativamente el régimen jurídico del gobierno local en diferentes Estados federales o descentralizados europeos (en particular, Alemania, Italia, Reino Unido y España) fue el tema de la participación de los entes locales en los procedimientos normativos de las instancias territoriales superiores que puedan  afectarles. Por lo tanto, nos situamos no dentro del ámbito de las relaciones de colaboración interadministrativa... (segue)

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Il dialogo strutturato e la partecipazione degli enti oocali alla partecipazione delle politiche europee: un nuovo strumento di armonizzazione 'indiretta'?


Come è noto, nell’ambito delle istituzioni UE gli enti territoriali di primo e secondo livello si esprimono normalmente mediante la partecipazione al Comitato delle regioni. Per valorizzare ulteriormente il loro contributo nel processo di elaborazione delle politiche comunitarie, la Commissione (in particolare, durante la presidenza di Romano Prodi) ha promosso l’individuazione di... (segue)

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  • Questioni attuali in un dibattito tradizionale: la giurisdizione nei confronti della pubblica Amministrazione


    Il diritto soggettivo può essere definito come la fondamentale posizione di vantaggio attribuita ad un soggetto dall’ordinamento in ordine ad un bene e consistente nell’attribuzione al titolare di una forza concretantesi nella disponibilità di strumenti vari (facoltà, pretese, poteri) atti a realizzare in modo pieno e diretto l’interesse al bene. L’interesse legittimo, invece, è la posizione di vantaggio attribuita ad un soggetto dall’ordinamento in ordine ad un bene oggetto di potere amministrativo e consistente nell’attribuzione al medesimo della possibilità di influire sull’esercizio del potere, in modo da rendere possibile la realizzazione o la difesa della pretesa all’utilità. In entrambe le posizioni soggettive la sostanzialità è data dal rapporto con un bene della vita, che il titolare mira a conseguire o conservare, preso in considerazione dall’ordinamento e perciò protetto (c.d. lato interno), mentre la loro diversità ontologica si coglie nel c.d. lato esterno, ossia nel rapporto con gli altri soggetti... (segue)
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  • Federalismo fiscale: il nuovo fisco municipale


    Sono trascorsi circa due anni dall’approvazione della legge di delegazione 42/09 sul federalismo fiscale e tra poco scadrà il termine di ventiquattro mesi concesso al Governo, ex art. 76 della Costituzione, per adottare i relativi decreti legislativi attuativi. Il mancato completamento dell’iter legislativo dei provvedimenti programmati, adottati dall’Esecutivo in via preliminare e ancora all’esame dei competenti organismi, tenuti ad esprimere il loro parere, comporterà certamente una proroga del termine della delega di almeno sei mesi, peraltro da tempo preannunciata dal ministro Roberto Calderoli. Tuttavia, il bilancio di quanto prodotto legislativamente fino ad oggi, in tema di attuazione del federalismo fiscale, è sostanzialmente positivo, con all’attivo cinque decreti delegati approvati definitivamente... (segue)
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