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di Beniamino Caravita
Africa tra indipendenza politica e indipendenza economica
L'Africa è un continente immenso e ricchissimo che, tuttavia, paga ancora oggi il prezzo del nazionalismo e del colonialismo europeo. Per più di due secoli, gli europei hanno derubato il continente africano delle sue risorse più preziose: quelle materiali, quelle energetiche, ma soprattutto quelle umane. La schiavitù prima, con le agghiaccianti conseguenze demografiche; il colonialismo poi, con la creazione di Stati e Nazioni artificiali; la stessa, più recente, fase di formazione delle élites africane, sono tutti fenomeni degli ultimi duecento anni che hanno avuto implicazioni i cui risultati sono ancora oggi sotto gli occhi del mondo intero. Forse, a partire dalla fine della dominazione europea, soltanto oggi possiamo assistere alla creazione di classi dirigenti veramente africane, che potranno assumersi i meriti e le colpe della futura storia del continente. E, invero, la prima generazione di governanti dell'Africa indipendente era composta da élites formatesi nel periodo coloniale, spesso nelle università europee, e, quindi, di stampo strettamente occidentale: esse finirono per fare gli interessi dell'ex madrepatria di riferimento o, comunque, per farsi travolgere dalla guerra fredda. Fu questa la fase in cui si cercò, a volte ad ogni costo, di mantenere intatto l'assetto uscito dal colonialismo ed in cui i gruppi al potere strumentalizzarono la principale delle eredità europee, lo Stato, a vantaggio dei loro interessi strettamente patrimoniali. Così, a partire dai due diversi modelli coloniali, l’indirected rule inglese e l’assimilation francese (fatta propria anche dall’Italia nei suoi possedimenti), si produssero, rispettivamente, i due tipici fenomeni africani di invenzione della tradizione e distruzione delle culture: il primo portò alla creazione di Nazioni artificiali, composte da popoli diversissimi tra loro per lingua, cultura e gradi di sviluppo, oppure, al contrario, alla divisione di gruppi identici entro confini differenti; il secondo, invece, determinò, in maniera forse ancora più brutale, la distruzione delle culture, per far posto a lingua, tradizioni e strutture politico – economiche importate dalla ex madrepatria... (segue)
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