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di Umberto G. Zingales
La giurisprudenza sulle leggi razziali
Il tema affrontato nel presente lavoro riguarda le più significative applicazioni giurisprudenziali della legislazione razziale fascista, a poco più di 75 anni dalla loro emanazione. Del complesso della normativa emanata a partire dal settembre del 1938, sono state rinvenute numerose pronunce, sia del giudice ordinario (civile e penale) sia del giudice amministrativo (Consiglio di Stato), aventi ad oggetto, in particolare: il regio decreto-legge 17 novembre 1938, n. 1728 (Provvedimenti per la difesa della razza italiana), definito come la magna charta dell’antiebraismo giuridico fascista, con il quale sono stati immessi in un testo normativo i principi affermati nella Dichiarazione sulla razza del Gran Consiglio del Fascismo del 6-7 ottobre 1938; il regio decreto-legge 22 dicembre 1938, n. 2111 (Disposizioni relative al collocamento in congedo assoluto ed al trattamento di quiescenza del personale militare delle Forze armate dello Stato di razza ebraica); il regio decreto-legge 9 febbraio 1939, n. 126 (Norme di attuazione ed integrazione delle disposizioni di cui all’art. 10 del Regio d.l. 17 novembre 1938, n. 1728, relative ai limiti di proprietà immobiliare e di attività industriale e commerciale per i cittadini italiani di razza ebraica); la legge 29 giugno 1939, n. 1054 (Disciplina dell’esercizio delle professioni da parte dei cittadini di razza ebraica); la legge 13 luglio 1939, n. 1024 (Norme integrative del R. decreto legge 17 novembre 1938 n. 1728, sulla difesa della razza italiana)... (segue)
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