![](/nv14/lib/images/focus120.jpg)
La risoluzione 2178 (2014), frutto dei tanto discussi poteri legislativi del Consiglio di Sicurezza, ha inaugurato una fase del tutto inedita nella lotta al terrorismo internazionale che identifica nei Foreign Terrorist Fighters una delle minacce attualmente più dirompenti. Gli stessi contribuiscono ad amplificare la durata e l’intensità dei conflitti armati e costituiscono, allo stesso tempo, un fattore di rischio per la sicurezza del loro Stato di origine, degli Stati in cui transitano e dello Stato nel quale sono diretti. Nei confronti del fenomeno in oggetto – e degli obblighi determinati dalla risoluzione 2178 (2014) per contrastarlo - gli Stati Uniti d’America si presentano in modo significativamente differente rispetto alla generalità degli altri Stati. Nel caso statunitense, la risoluzione si colloca in un quadro precipuo e fortemente sui generis che vede negli Stati Uniti gli artefici e i promotori - e solo raramente gli attuatori - delle più rilevanti misure atte a combattere il terrorismo internazionale. In tale campo, infatti, l’attivismo dell’amministrazione statunitense si è andato progressivamente rafforzando sia in ambito nazionale, con l’elaborazione di una strategia antiterroristica ampia e onnicomprensiva, che in ambito internazionale, con la promozione di proposte e iniziative di rilievo. La risoluzione 1373 (2001)nonché la successiva 1540 (2004), prime espressioni dei già citati poteri legislativi del Consiglio di Sicurezza, costituiscono un’innegabile prova dell’influsso e del dinamismo statunitense in materia di sicurezza e terrorismo internazionale.
25/01/2023
14/10/2022
18/05/2022
22/09/2021
28/12/2020
27/07/2020
05/02/2020
04/10/2019
01/05/2019
26/12/2018
29/10/2018
25/06/2018
29/12/2017
28/07/2017
13/03/2017
07/10/2016
17/06/2016
22/01/2016
25/09/2015
03/07/2015
03/04/2015
16/01/2015
24/10/2014
20/06/2014
28/03/2014
20/12/2013
16/09/2013
17/05/2013
15/02/2013