
I casi di abuso e sfruttamento sessuale perpetrati da alcuni membri dei contingenti che partecipano alle operazioni di peacekeeping costituiscono senza dubbio uno degli aspetti più scabrosi e che maggiorente minano la fiducia nei confronti delle Nazioni Unite. Tali gravi violazioni dei diritti dell’uomo (in particolare di donne e minori) risultano (se possibile) ancora più odiosi quando i responsabili sono coloro che dovrebbero portare (o, per lo meno, contribuire a riaffermare) la pace, la sicurezza e la tutela di quegli stessi diritti. Il fatto, poi, che questi episodi riguardino un numero estremamente limitato di peacekeepers, come evidenziato dal Rapporto del Segretario generale sulle misure speciali tendenti a prevenire lo sfruttamento e gli abusi sessuali, non è particolarmente rilevante in considerazione dell’effetto devastante che tale fenomeno ha sulla fiducia che la popolazione civile di volta in volta coinvolta nutre nei confronti dei “rappresentanti” delle Nazioni Unite. Allo scopo di combattere questo terribile fenomeno il Consiglio di Sicurezza è intervenuto nuovamente l’11 marzo scorso adottando la risoluzione 2272(2016) la quale fin dalle prime battute evidenzia che i casi in questione “undermines the implementation of peacekeeping operations, as well as the credibility of United Nations peacekeeping”. Riecheggiano, così, le parole scritte nel 2002 dall’allora Segretario generale Kofi Annan nel suo rapporto Investigating into sexual exploitation of refugees by aid workers in West Africa : “sexual expolitation and abuse by humanitarian staff cannot be tolereted. It violates everything the United Nations stands for”. In questo contesto, si vedrà come la risoluzione presenti due aspetti particolarmente interessanti dal punto di vista dei rapporti tra le Nazioni Unite e gli Stati membri, vale a dire, da un lato, l’avallo al potere del Segretario generale di rimpatriare i peacekeepersin caso di denunce di episodi di sfruttamento o abuso sessuale e, dall’altro, l’attribuzione della responsabilità internazionale per la prevenzione e l’investigazione sui fatti in questione. (segue)
25/01/2023
14/10/2022
18/05/2022
22/09/2021
28/12/2020
27/07/2020
05/02/2020
04/10/2019
01/05/2019
26/12/2018
29/10/2018
25/06/2018
29/12/2017
28/07/2017
13/03/2017
07/10/2016
17/06/2016
22/01/2016
25/09/2015
03/07/2015
03/04/2015
16/01/2015
24/10/2014
20/06/2014
28/03/2014
20/12/2013
16/09/2013
17/05/2013
15/02/2013