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Numero 24 - 14 dicembre 2011 NORMATIVA [31]    GIURISPRUDENZA [12]    DOCUMENTAZIONE [7]

Il Governo Monti (Napolitano): l'Unione Europea e i mercati finanziari spingono l'Italia verso un semipresidenzialismo mite

La nascita dell’Esecutivo guidato dal prof. Mario Monti verrà ricordato, certamente, per il
contesto internazionale caratterizzato da una gravissima crisi economica e per la profonda sfiducia che i mercati hanno dimostrato nei confronti dell’Europa e, in special modo, dell’Italia. In questo scenario non usuale, il Presidente Napolitano, nel ruolo di supremo reggitore dello Stato, è chiamato a svolgere quel ventaglio di funzioni di controllo e di garanzia, nonché di impulso e di raccordo istituzionale tra gli organi di vertice, assegnategli dalla Costituzione, da attivare proprio nei momenti più turbolenti della vita dell’ordinamento. Del resto, l’attuale Capo dello Stato sembra perfettamente consapevole di rappresentare una sorta di “personificazione istituzionale della Repubblica”, sia sotto il profilo interno che sul versante internazionale. Come egli stesso sottolinea al Collegio d’Europa di Bruges - ancor prima dell’apertura della crisi - il vero punto di forza, anche per il nostro Paese, di fronte alla instabilità che oggi colpisce finanziariamente l’intero continente non può che essere “il convinto attaccamento dell’Italia alla storica conquista dell’euro e alla causa dell’unità europea”. Con una ferma presa di posizione (mi riferisco al monito rivolto nei confronti di alcuni leaders europei in occasione delle “inopportune e sgradevoli espressioni pubbliche – a margine di incontri istituzionali tra i capi di governo – di scarsa fiducia negli impegni assunti dall’Italia”) il Presidente Napolitano interpreta il ruolo di rappresentante dell’unità nazionale, esprimendosi con una voce sola a presidio della credibilità di tutte le istituzioni del nostro Paese. Del resto, la formula costituzionale contenuta nel 1° comma dell’art. 87 serve, segnatamente, a precisare che il Capo dello Stato costituisce il simbolo dell’unità della società italiana, prescindendo da ogni appartenenza politica e territoriale. Ma nello stesso tempo egli si fa garante, al cospetto dell’intero continente, dell’impegno dell’Italia a compiere “tutte le scelte necessarie per ridurre il rischio a cui sono esposti nei mercati finanziari i titoli del nostro debito pubblico” e rilanciare la crescita economica. La preoccupazione per l’andamento della crisi finanziaria è al centro dei pensieri del Quirinale già nello scorso mese di agosto, allorchè con una nota sollecita, dichiarandosene in attesa, il Consiglio dei Ministri ad adottare le deliberazioni necessarie “per far fronte ai gravi rischi emersi per l’Italia in conseguenza delle tensioni sui mercati finanziari”.... (segue)

I nuovi poteri dell'Autorità antitrust

I governi cambiano, ma la qualità dei testi normativi non migliora. Mi riferisco qui al nuovo art. 35 del decreto-legge 201/2011, cosiddetto “Salva-Italia” (così è chiamato, senza timore dell’enfasi, sul sito del Governo). Intanto la rubrica dell’articolo (“Potenziamento dell’antitrust”) è scritta in stile conversativo e impressionistico, incurante dell’esigenza... (segue)  

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Sul riordino delle Province contenuto nel decreto legge 'Salva Italia'

L’art. 23 del decreto legge n. 201/2011 reca come rubrica “Riduzione dei costi di funzionamento delle Autorità di Governo, del CNEL, delle Autorità indipendenti e delle Province”; i commi da 14 a 20 si occupano specificatamente della nuova disciplina degli organi di area vasta, regolamentando sia l’attribuzione delle funzioni che aspetti attenti agli organi di governo dell’ente... (segue)

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Libertà di impresa, libertà di stabilimento e tutela della salute

Il mio contributo si propone di mettere in evidenza, muovendo da una recente decisione della Grande Sezione della Corte di Giustizia UE in tema di regolazione pubblica (contingentamento dell’offerta) della distribuzione farmaceutica, talune incongruenze... (segue)
 

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L'autonomia regionale (profili generali)

Che la Regione sia, al pari degli altri enti territoriali, un ente “autonomo” non si discute: è detto nella Carta costituzionale, sia nella sua originaria stesura che in quella risultante per effetto della riscrittura del Titolo V della Parte II, operata con legge... (segue)
 

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Ripartire (anche) dalla giustizia

Il giorno 4 dicembre 2011 sarà ricordato nei libri futuri come quello di una svolta nella storia d’Italia, come lo sono stati per l’umanità il 12 ottobre 1492, il 14 luglio 1789, l’11 settembre 2001 e tanti altri? Ovviamente non possiamo ancora saperlo, ma possiamo già assumerlo simbolicamente come data nella quale è apparso evidente come la costituzione materiale del Paese sia cambiata. Prendiamo dunque atto che è mutata in sostanza... (segue)

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La nomina del vertice della giustizia contabile. Commento all'ordinanza di rimessione n. 194 del 2011

La Corte costituzionale, recentemente pronunciatasi per l'inammissibilità della q.l.c. sollevata avverso la composizione dell’organo di autogoverno della giustizia contabile – così come rideterminata dalla legge n. 15/2009 - si trova oggi nuovamente chiamata... (segue)
 

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  • L'eterno dibattito sulle giurisdizioni tra diritti incomprimibili e lesione dell'affidamento

    Siamo qui chiamati ad affrontare alcune decisioni dei supremi organi di giurisdizione su temi tra loro distinti ma accomunati da un fattor comune: il dibattito tra giurisdizioni tanto più “eterno”, come titola il seminario, se raffrontato con quanto si chiedeva cinque anni fa Maria Alessandra Sandulli, devo dire incautamente perché con un interrogativo retorico a risposta positiva, circa una raggiunta “definitiva” certezza sul riparto, conseguito dalle ordinanze del 2006 della Cassazione. Incauta ma attenta, tanto da virgolettare l’attributo “definitiva”.... (segue)
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  • L'esperienza costituzionale ungherese e l'equilibrio tra democrazia diretta e principio rappresentativo. Brevi note a margine dell'approvazione del nuovo testo costituzionale dell'aprile 2011

    L’approvazione della nuova Costituzione ungherese (Magyarország Alaptörvénye) ha riportato all’ordine del giorno della discussione politico-costituzionale una serie di problematiche rimaste irrisolte dalla fase della transizione di regime, tra cui il ruolo del demos nel processo costituente e nel processo giuridico della decisione politica. L’approvazione del testo costituzionale, il 18 aprile 2011, è avvenuta interamente nella sede parlamentare – come d’altra parte previsto dalla Costituzione vigente – con il voto favorevole di 262 deputati del Fidesz... (segue)

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  • Come cambiano le Costituzioni. Per un patriottismo che incorpora il cambiamento

    Come cambiano le Costituzioni? Ce lo dice un bel volume ("How Constitutions Change: a Comparative Study", a cura di Dawn Oliver e Carlo Fusaro, Hart, Oxford e Portland, 2011, pp. 501) che, dopo un'introduzione, affronta ben sedici casi: sul nostro Continente oltre all'Italia si occupa di Repubblica Ceca, Finlandia, Francia, Germania, Spagna, Svizzera, Regno Unito e dell'Unione Europea come tale; al di fuori, di Stati Uniti d'America, Canada, India, Israele, Nuova Zelanda, Sud Africa. Infine i curatori, Fusaro e Oliver, elaborano un'analisi comparativa e tracciano una teoria del cambiamento costituzionale... (segue)
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