
Con l’istituzione dei tribunali penali internazionali aventi giurisdizione sui più gravi crimini internazionali si è posto il problema della definizione del rapporto che deve intercorrere tra l’esercizio della giurisdizione da parte dei tribunali nazionali e di quelli internazionali. Le soluzioni accolte negli Statuti dei tribunali penali internazionali attivati nel corso del tempo sono state diverse. In particolare, nello Statuto di Roma istitutivo della Corte penale internazionale viene individuato il principio di complementarità come criterio di riparto della giurisdizione tra la Corte e gli Stati parti. Dall’inizio delle sue attività, la CPI ha sviluppato una considerevole giurisprudenza sul tema che merita di essere approfondita alla luce delle recenti critiche al suo operato ricevute da parte degli Stati membri nell’Unione africana; ciò dal momento che tutti i casi pendenti davanti alla Corte penale internazionale riguardano Stati africani: Uganda, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centrafricana, Sudan/Darfur, Kenya, Libia, Costa d’Avorio e Mali. Per tali ragioni appare interessante analizzare come il principio di complementarità, ove correttamente applicato, possa costituire uno degli strumenti giuridici in possesso della Corte e, vale la pena sottolinearlo, degli Stati per superare le accuse di eccessiva ingerenza negli affari interni di un Paese... (segue)
14/12/2022
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