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Nel periodo 2015-2016 la questione migratoria ha assunto in Europa grande risonanza in ragione dell’arrivo di un numero imponente di migranti, tale fenomeno tuttavia interessa anche il continente africano, lambito da ondate migratorie interne e terra di partenza di gran parte delle persone che cercano rifugio nel Vecchio continente. In primis occorre sottolineare che l’Africa è interessata da un elevato grado di mobilità interna: il Dipartimento per gli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite (UNDESA) calcola che più del 70% dei migranti provenienti dall’Africa occidentale resti nella medesima regione, il 65% dei migranti dell’Africa australe si muova all’interno della stessa regione, il 50% dei migranti dell’Africa centrale circoli tra gli Stati appartenenti a quest’area, e il 47% dei migranti dell’Africa orientale resti in questa regione; la sola regione africana caratterizzata da una percentuale elevata di migrazione esterna (90%) è il Nord Africa. L’alto tasso di mobilità interna è dovuto a numerosi fattori, tra cui l’incidenza della povertà, il dilagare di conflitti e crisi di varia natura, e il carattere artificiale dei confini creati dalle potenze coloniali, i quali hanno posto un freno ai movimenti transfrontalieri. Come in altri contesti, anche in Africa il fenomeno migratorio è sfaccettato, essendo composto da c.d. “migranti economici”3, richiedenti asilo, rifugiati, migranti irregolari e altre tipologie di persone. In questa sede si farà riferimento principalmente ai rifugiati al fine di mettere in luce il peculiare quadro normativo regionale dedicato al fenomeno e analizzare in ottica comparata tre esperienze nazionali di gestione dei rifugiati. Occorre tuttavia sottolineare che nel corso della trattazione... (segue)
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