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Numero 11 - 28 maggio 2014 NORMATIVA [393]    GIURISPRUDENZA [233]    DOCUMENTAZIONE [3]

Prima lettura di un Parlamento (un po’ meno) Europeo

Vecchia saggezza giuridica ammoniva ad astenersi da definizioni in testi normativi. Non ne hanno tenuto conto i redattori del Trattato di Lisbona quando hanno scritto all’art. 10,4 TUE che i “partiti politici a livello europeo contribuiscono a formare una coscienza politica europea”. E’ accaduto infatti che “a livello europeo” sono intervenute intese pre-elettorali fra partiti “sovranisti” o “patriottici” dirette a formare invece una “coscienza antieuropea”, con il preciso intento istituzionale di costituire gruppi comuni in Parlamento, per contestare l’intera costruzione dell’ Unione e/o la sua moneta unica. Si è predeterminata  così quella dichiarazione di “affinità politica” richiesta dall’articolo 30, 1 del Regolamento del Parlamento europeo per la costituzione nel suo seno di “gruppi politici” (oltre ai noti requisiti numerici dei 25 deputati di 7 paesi). “Affinità” non soggetta a sindacato interno parlamentare. La “valutazione” del Parlamento è prevista infatti solo quando ci sia una dichiarazione inversa: di “non affinità” e la ratio del raggruppamento venga indicata quindi dai membri in semplice convenienza “tecnica”(conforme è la giurisprudenza della Corte di Giustizia). Queste intese fra partiti “sovranisti” avranno la virtù di liberare dal contestatissimo elenco dei “non iscritti” (art. 33 Reg. PE) anche piccoli nuclei di deputati o singoli che, non potendosi avvalere di una casa comune ,non avevano,nelle passate legislature, il conforto (e le facilities procedurali ed organizzative) riservato ai “gruppi politici” regolarmente costituiti. E’ difficile però... (segue)

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