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Numero 11 - 01 giugno 2011 NORMATIVA [19]    GIURISPRUDENZA [15]    DOCUMENTAZIONE [23]

Cosa festeggiano gli italiani? Ovvero del sottile confine tra ricorrenza civile e ricorrenza politica

Il 2 giugno, sì, ma anche il 25 aprile, il 4 novembre, e, da ultimo, il 17 marzo, oppure le ormai quasi dimenticate 20 settembre (la presa di Porta Pia, festa civile fino al 1930) e 11 febbraio (firma del Concordato, festività nazionale fino al 1977): quante sono le feste che ricordano i momenti fondanti della nostra storia? Tante, forse troppe, anche a non volerle ricordare tutte (rinviando per una ricostruzione dettagliata al bel volume di Maurizio Ridolfi, Le feste nazionali, Il Mulino, Bologna, 2003). Ognuna di esse ha una sua evoluzione, nasce con uno specifico significato e sparisce anche con un altrettanto specifico significato. Resta il fatto che il calendario delle feste civili italiano è stato ed è tuttora assai nutrito. E se le date sono simboli e i simboli dicono qualcosa di un popolo, anche l’avere tanti simboli diversi ci permette di ricavare qualche insegnamento.
Ci manca - è evidente - un 4 luglio o un 14 luglio o un 9 novembre: non abbiamo una data da festeggiare tutti insieme, rispetto alla quale nessun soggetto e nessuna parte politica abbia (più) la forza di opporsi e di contestarla, una data magari addirittura riconosciuta e identificata a livello internazionale. Non abbiamo una "presa della Bastiglia", una "dichiarazione di indipendenza", una "caduta del muro"; non l’ abbiamo e non siamo riusciti a crearla.
Cosi quasi sempre, nelle nostre festività istituzionali, gli aspetti divisivi hanno prevalso sugli aspetti unitari, lasciando un qualche retrogusto amaro nei festeggiamenti. Abbiamo aggiunto e tolto feste, mischiando talvolta il “sacro con il profano”, senza riuscire ad individuarne una che diventasse veramente festa comune di tutti gli italiani.
E’ potuto così succedere che in uno stesso momento, nel 1977, sia stata abolita la festa di San Giuseppe (19 marzo) e contestualmente la festa del 4 novembre, la più “antica”, istituita dall’ultimo governo liberale nell’ottobre del 1922, l’unica presente nei calendari civili dei tre periodi liberale, fascista e repubblicano che si sono susseguiti nei 150 anni di storia unitaria, pur avendo cambiato per tre volte denominazione (prima Anniversario della Vittoria della Prima guerra mondiale, poi Festa delle Forze armate e quindi Festa dell'Unità nazionale).
Ed in quello stesso provvedimento del 1977 (legge n. 54 del 5 marzo), dettato ufficialmente dall’ esigenza di contenere la «negativa incidenza sulla produttività sia delle aziende che dei pubblici uffici» (atto Senato n. 227 - VII legislatura) che un così elevato numero di feste comportava, ma probabilmente anche frutto di un particolare clima di contestazione e di crisi sociale, con quello stesso provvedimento si spostava alla domenica successiva tanto la festività dell’Epifania quanto la Festa della Repubblica del 2 giugno (lasciando invece, con un evidente messaggio di gerarchia tra le due ricorrenze, l’altra festa civile repubblicana, quella del 25 aprile: chiarissimo, nel delineare questa gerarchia, l'intervento del senatore comunista Maffioletti, riportato in M.Ridolfi, op.cit., 136)...

Altiero Spinelli e il Risorgimento europeo dell'Italia

Osservare in questi giorni la realtà europea laicamente, in modo obiettivo – senza facile e superficiale ottimismo; ma anche senza pessimismo e preconcetti – si traduce nella percezione di una crisi profonda. V’è quanto meno la consapevolezza che siamo di fronte ad una serie di prove difficili per consentire la prosecuzione del percorso unitario; se non – secondo qualcuno – addirittura per assicurare la sopravvivenza di quell’Europa cui siamo arrivati e cui ci siamo ormai abituati... (segue)

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I percorsi logici per l'interpretazione del diritto nei giudizi davanti la Corte costituzionale

Il Giudice costituzionale, quando decide sulle questioni di legittimità costituzionale, deve innanzitutto stabilire se l’interpretazione del Giudice rimettente, sia o non conforme a Costituzione, deve, cioè, ripercorrere quel processo interpretativo del giudice comune che ha portato all’individuazione della norma applicabile al caso concreto... (segue)

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Il coordinamento dinamico della finanza pubblica nelle riforme


Una serie di recenti riforme investe con notevolissimo rilievo le manovre finanziarie, riguardate in riferimento ai diversi livelli di governo e nel quadro dell’integrazione europea, sancendo la transizione del nostro ordinamento finanziario-contabile dal bilancio dello Stato alla finanza pubblica. Agli interventi realizzati nel corso del 2009, la legge 5 maggio 2009, n. 42... (segue)

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L'attuazione del federalismo fiscale nelle Regioni speciali. Il passaggio del testimone di funzioni e responsabilità


Il processo di attuazione del federalismo fiscale impone una riflessione sul grado di incisione della riforma rispetto alle Regioni a statuto speciale.
La necessità di una configurazione - anche finanziaria- autonoma per le specialità... (segue)

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Coordinare i Cal delle regioni: una proposta per il federalismo italiano


Siamo ormai prossimi al compimento del termine di dieci anni di vigenza della legge costituzionale n. 3/2001, contenente la riforma del Titolo V, Parte II, della Costituzione ed entrata in vigore, in seguito a referendum confermativo, l’8 novembre 2001. Nel nuovo assetto costituzionale del “sistema regionale delle autonomie locali” si inserisce il Consiglio delle Autonomie Locali... (segue)

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Sulla delegificazione in Campania di alcune norme riguardanti il procedimento di formazione dei piani territoriali urbanistici


La legge campana n. 16 del 2004 ha disciplinato, tra l'altro, i procedimenti di pianificazione in ambito regionale. Pur presentando, come è stato evidenziato da più parti, non poche aporie, essa, in ogni caso, costituisce un organico intervento in argomento... (segue)

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  • Sovranazionalità vs. sovranità (e viceversa)

    E’ appena il caso di ricordare come la “crisi” dello Stato sia una questione che non si è certo imposta all’attenzione in epoca recente o comunque solo nell’ultimo squarcio del Novecento: già all’inizio di quel secolo, e soprattutto dopo la prima guerra mondiale, non pochi furono coloro che diagnosticarono la irreversibile crisi della moderna idea di Stato almeno nell’Europa continentale, sino ad arrivare alla nota affermazione di Hans Kelsen, liquidatoria nei confronti del concetto stesso di sovranità statuale, il quale... (segue) 

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  • Ma chi insegnerà il federalismo fiscale? Ipotesi sull'applicazione dell'art. 28 della legge n. 240 del 2010

    L’attuazione dell’art. 119 della Costituzione, attraverso la legge n. 42 del 2009 e i successivi decreti legislativi, comporterà una innovazione profonda nella pubblica amministrazione del nostro Paese, sia nello Stato che nelle autonomie territoriali.
    Così, per fronteggiare le esigenze conoscitive in materia, l’art. 28 della c.d. “Riforma Gelmini” prevede che per la formazione e l’aggiornamento dei funzionari pubblici, con particolare attenzione al personale degli enti locali, sia istituto un Fondo per la formazione e l’aggiornamento della dirigenza presso il Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca... (segue)
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  • Scudo (in)crociato: le dispute sul simbolo della Democrazia Cristiana a una svolta definitiva?

    La disputa giudiziaria consumatasi tra le forze politiche che si richiamano espressamente all’esperienza della Democrazia cristiana è certamente tra quelle che, negli ultimi anni, ha visto opporsi con più accanimento diverse forze politiche, al fine di rivendicare la titolarità e il legittimo uso di una denominazione e di un contrassegno. A seguito della “fine” di quel partito, sono iniziate molte controversie che hanno riguardato gli aspetti più diversi, spesso avendo a che fare con il patrimonio della formazione politica, ma arrivando fin dall’inizio a investire i segni distintivi del partito, compreso naturalmente il simbolo. La vicenda dura da oltre 15 anni... (segue)

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