Ed in quello stesso provvedimento del 1977 (legge n. 54 del 5 marzo), dettato ufficialmente dall’ esigenza di contenere la «negativa incidenza sulla produttività sia delle aziende che dei pubblici uffici» (atto Senato n. 227 - VII legislatura) che un così elevato numero di feste comportava, ma probabilmente anche frutto di un particolare clima di contestazione e di crisi sociale, con quello stesso provvedimento si spostava alla domenica successiva tanto la festività dell’Epifania quanto la Festa della Repubblica del 2 giugno (lasciando invece, con un evidente messaggio di gerarchia tra le due ricorrenze, l’altra festa civile repubblicana, quella del 25 aprile: chiarissimo, nel delineare questa gerarchia, l'intervento del senatore comunista Maffioletti, riportato in M.Ridolfi, op.cit., 136)...
Osservare in questi giorni la realtà europea laicamente, in modo obiettivo – senza facile e superficiale ottimismo; ma anche senza pessimismo e preconcetti – si traduce nella percezione di una crisi profonda. V’è quanto meno la consapevolezza che siamo di fronte ad una serie di prove difficili per consentire la prosecuzione del percorso unitario; se non – secondo qualcuno – addirittura per assicurare la sopravvivenza di quell’Europa cui siamo arrivati e cui ci siamo ormai abituati... (segue)
Il Giudice costituzionale, quando decide sulle questioni di legittimità costituzionale, deve innanzitutto stabilire se l’interpretazione del Giudice rimettente, sia o non conforme a Costituzione, deve, cioè, ripercorrere quel processo interpretativo del giudice comune che ha portato all’individuazione della norma applicabile al caso concreto... (segue)
E’ appena il caso di ricordare come la “crisi” dello Stato sia una questione che non si è certo imposta all’attenzione in epoca recente o comunque solo nell’ultimo squarcio del Novecento: già all’inizio di quel secolo, e soprattutto dopo la prima guerra mondiale, non pochi furono coloro che diagnosticarono la irreversibile crisi della moderna idea di Stato almeno nell’Europa continentale, sino ad arrivare alla nota affermazione di Hans Kelsen, liquidatoria nei confronti del concetto stesso di sovranità statuale, il quale... (segue)
La disputa giudiziaria consumatasi tra le forze politiche che si richiamano espressamente all’esperienza della Democrazia cristiana è certamente tra quelle che, negli ultimi anni, ha visto opporsi con più accanimento diverse forze politiche, al fine di rivendicare la titolarità e il legittimo uso di una denominazione e di un contrassegno. A seguito della “fine” di quel partito, sono iniziate molte controversie che hanno riguardato gli aspetti più diversi, spesso avendo a che fare con il patrimonio della formazione politica, ma arrivando fin dall’inizio a investire i segni distintivi del partito, compreso naturalmente il simbolo. La vicenda dura da oltre 15 anni... (segue)