Abstract [It]: Il 3 settembre 2024, la Corte africana dei diritti dell’uomo e dei popoli ha dichiarato la Tanzania responsabile della violazione di diritti sanciti dalla Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli nel caso Habiyalimana Augustino e Miburo Abdulkarim c. Tanzania. Tale pronuncia offre un’importante occasione di riflessione su questioni fondamentali come il diritto a un equo processo e il divieto di tortura e di trattamenti inumani e degradanti, affrontate nel contesto di un ordinamento che prevede la pena di morte come sanzione obbligatoria per i crimini di omicidio, privando il giudice di un margine di discrezionalità nella sua applicazione.
Title: The right to a fair trial and human dignity in the unbearable lightness of the death penalty in Tanzania. Some reflections on the judgment in Habiyalimana Augustino and Miburo Abdulkarim v. Tanzania.
Abstract [En]: On 3 September 2024, the African Court on Human and Peoples' Rights ruled that the government of Tanzania was responsible for violating various rights enshrined in the African Charter on Human and Peoples’ Rights in the case of Habiyalimana Augustino and Miburo Abdulkarim v. Tanzania. This judgment offers an invaluable opportunity for reflection on pivotal issues such as the right to a fair trial and the prohibition of torture and inhuman or degrading treatment. This is particularly relevant in the context of a legal framework that provides for the death penalty as a mandatory sanction for murder, thereby depriving judges of any discretion in its application.
Parole chiave: Diritto Internazionale, Corte Africana dei Diritti dell’Uomo e dei Popoli, Pena di Morte, Equo Processo, Dignità Umana.
Keywords: International Law, African Court on Human and Peoples’ Rights, Death Penalty, Fair Trial, Human Dignity.
Sommario: 1. Introduzione. 2. Eccezioni preliminari alla competenza della Corte e ricevibilità del ricorso. 3. Diritto ad un equo processo. 3.1. Diritto all’assistenza consolare. 3.2. Diritto a servizi di interpretazione e obbligo di non ricorrere a tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti per l’estorsione delle confessioni. 3.3. Il “diritto al tempo” degli imputati. 4. Dignità umana. 5. La controversa decisione della Corte africana sulla pena di morte obbligatoria: “any death sentence is a death sentence”?.
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