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FOCUS - Human rights N. 3 - 07/10/2016

 I casi di abuso e sfruttamento sessuale da parte dei peacekeepers e la recente risoluzione 2272 del Consiglio di sicurezza dell'ONU

I casi di abuso e sfruttamento sessuale perpetrati da alcuni membri dei contingenti che partecipano alle operazioni di peacekeeping costituiscono senza dubbio uno degli aspetti più scabrosi e che maggiorente minano la fiducia nei confronti delle Nazioni Unite. Tali gravi violazioni dei diritti dell’uomo (in particolare di donne e minori) risultano (se possibile) ancora più odiosi quando i responsabili sono coloro che dovrebbero portare (o, per lo meno, contribuire a riaffermare) la pace, la sicurezza e la tutela di quegli stessi diritti. Il fatto, poi, che questi episodi riguardino un numero estremamente limitato di peacekeepers, come evidenziato dal Rapporto del Segretario generale sulle misure speciali tendenti a prevenire lo sfruttamento e gli abusi sessuali, non è particolarmente rilevante in considerazione dell’effetto devastante che tale fenomeno ha sulla fiducia che la popolazione civile di volta in volta coinvolta nutre nei confronti dei “rappresentanti” delle Nazioni Unite. Allo scopo di combattere questo terribile fenomeno il Consiglio di Sicurezza è intervenuto nuovamente l’11 marzo scorso adottando la risoluzione 2272(2016) la quale fin dalle prime battute evidenzia che i casi in questione “undermines the implementation of peacekeeping operations, as well as the credibility of United Nations peacekeeping”. Riecheggiano, così, le parole scritte nel 2002 dall’allora Segretario generale Kofi Annan nel suo rapporto Investigating into sexual exploitation of refugees by aid workers in West Africa : “sexual expolitation and abuse by humanitarian staff cannot be tolereted. It violates everything the United Nations stands for”. In questo contesto, si vedrà come la risoluzione presenti due aspetti particolarmente interessanti dal punto di vista dei rapporti tra le Nazioni Unite e gli Stati membri, vale a dire, da un lato, l’avallo al potere del Segretario generale di rimpatriare i peacekeepersin caso di denunce di episodi di sfruttamento o abuso sessuale e, dall’altro, l’attribuzione della responsabilità internazionale per la prevenzione e l’investigazione sui fatti in questione. (segue)



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