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FOCUS - Human rights N. 2 - 28/07/2017

 Corte di Giustizia, Sentenza del 21/06/2017, Sulla compatibilità con il codice frontiere Schengen di una normativa nazionale inerente le modalità di svolgimento dei controlli alla frontiera

La Corte afferma che una normativa nazionale che prevede la possibilità di svolgere controlli per identificare le persone fermate in un’area fino a 30 km dalla frontiera comune con altri Paesi Schengen allo scopo di impedire o prevenire gli ingressi irregolari sul territorio, e ciò indipendentemente dal comportamento della persona in questione o dall’esistenza di circostanze particolari, risulta incompatibile con l’art. 67 TFUE e gli art. 20 e 21 del regolamento (UE) n. 610/2013 (codice frontiere Schengen). Tale incompatibilità non sussiste se la normativa di riferimento prevede una delimitazione delle competenze in modo da garantire che l’esercizio pratico di queste non abbia un effetto equivalente a quello delle verifiche di frontiera, vietato dalla normativa su richiamata. Risulta, invece, compatibile con le norme europee sopra individuate una normativa nazionale che permetta alle autorità di polizia di effettuare a bordo dei treni e delle stazioni ferroviarie controlli dei documenti di identità e di fermare per breve tempo e interrogare le persone in transito qualora tali controlli siano effettuati sulla base di informazioni concrete o sull’esperienza della polizia purchè la normativa ne stabilisca l’intensità, la frequenza e la selettività.



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