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La Corte rileva la violazione del diritto alla vita privata e della libertà di espressione (artt. 8 e 10 CEDU) della ricorrente, giornalista nota per le sue inchieste su temi politici, in conseguenza della grave lesione della sua intimità per effetto della sottrazione illecita e della diffusione in rete, da parte di soggetti riconducibili alla sfera governativa e a scopo scandalistico, di registrazioni audiovisive a carattere privato da lei stessa effettuate nell’ambito della sua vita di relazione. Le autorità nazionali sono infatti venute meno ai propri doveri sia negativi che positivi in quanto malgrado evidenti indizi probatori non hanno svolto indagini effettive sulla lesione della vita privata della ricorrente e sul carattere possibilmente ritorsivo degli atti perpetrati nei suoi confronti.
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