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Il percorso attraverso il quale la Corte dei conti si è accreditata quale organo di controllo delle autonomie territoriali prende le mosse dalla l. n. 20 del 1994 che ha operato un’ampia riforma dei controlli dell’Istituto sotto diversi aspetti, in sostanza passando da un modello incentrato sul controllo preventivo di legittimità sugli atti riservato allo Stato-persona a un sistema più articolato di controlli sulla gestione di tutte le pubbliche amministrazioni. In tal modo il complesso delle autonomie territoriali è stato ricondotto nell’ambito degli enti sottoposti a controllo anche se tale sviluppo non si allineava al disegno costituzionale allora vigente che delineava le funzioni di controllo della Corte nell’ambito dello Stato centrale e negli enti del parastato, mentre i controlli esterni sulle autonomie trovavano specifica disciplina negli artt. 125 e 130 della Costituzione. Il sistema previsto rimetteva, infatti, tale funzione ad organi di altri livelli di governo affermando una sorta di gerarchia istituzionale non consona ad un sistema ordinamentale fondato sul principio autonomistico. La questione dell’estensione agli enti territoriali della sottoposizione ai controlli della Corte dei conti in più occasioni è stata portata all’attenzione della Corte costituzionale che con la fondamentale sentenza n. 29/1995 ha composto con ponderazione gli equilibri tra l’esercizio della funzione del controllo e il rispetto delle prerogative di autonomia, sostanzialmente ammettendo l’introduzione di controlli ulteriori a quelli indicati in Costituzione… (segue)
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