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FOCUS - Democrazia diretta vs democrazia rappresentativa N. 1 - 02/10/2017

 Dove è diretta la democrazia? Risposte tedesche

La Germania ha una lunga tradizione di riflessione sulla democrazia diretta che è stata ripetutamente analizzata dalla dottrina italiana. La costituzione tedesca del 1949, la quale non era stata ratificata dal referendum e i cui autori non erano stati eletti all’uopo dal popolo, esprime una chiara preferenza per la democrazia rappresentativa. In effetti, i padri costituenti avevano percepito una tensione e contraddizione tra le forme di democrazia diretta di Weimar, peraltro parzialmente recepite nella costituzione italiana, e quelle della democrazia rappresentativa, caratterizzata comunemente come “democrazia parlamentare” perché unisce forma di stato e forma di governo in un modello normativo e storico chiaramente opposto al semipresidenzialismo weimariano e al presidenzialismo nazista. Pertanto sono state deliberatamente abolite le forme weimariane di democrazia diretta. Per introdurre le esperienze tedesche in un dialogo costituzionale a fini di comparazione orizzontale e verticale tra gli ordinamenti, conviene innanzitutto una contestualizzazione filologica (2.) e una ricostruzione della travagliata storia peculiare della democrazia in Germania (3.). Sin dalla riunificazione della Germania, la democrazia si è arricchita di esperienze di democrazia diretta a livello locale e regionale e non esclude più la loro introduzione a livello federale. Il sistema della rappresentanza politica resta incardinato in un sistema di partiti con notevoli margini di innovazione e in un parlamentarismo altrettanto elastico, non delegittimato dalle sfide di riforma costituzionale e di manutenzione della legislazione elettorale e non irritato dall’elezione diretta dei sindaci o dalla forza del cancellierato nel processo di integrazione europea (4). Anche se a livello federale, la democrazia diretta non ha avuto luogo nemmeno nelle numerose procedure di revisione costituzionale, essa è oramai una forma vitale della democrazia locale e regionale e di quella partitica, integrata dal pluralismo sindacale ed ecclesiale. La stessa riunificazione nel 1989 è stata imposta direttamente da manifestazioni di piazza con il motto: “il popolo siamo noi”. Il principio costituzionale della democrazia si sterilizzerebbe se si ricominciasse da capo la discussione sul primato della democrazia rappresentativa rispetto a quella diretta (o viceversa). L’aut-aut della tensione è stato sostituito da un et-et e l’attenzione è passata piuttosto a un tertium, in particolare la democrazia partecipativa incardinata anche attraverso i nuovi social media in una società civile che rivendica una nuova “democrazia consultiva” (5.).... (segue)



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