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FOCUS - Italia, Europa: i diritti fondamentali e la rotta dei migranti N. 2 - 25/03/2019

 L'accertamento dell’età dei minori stranieri non accompagnati: quali garanzie? Un'analisi comparata e interdisciplinare

L’accertamento dell’età di una persona (age assessment) può essere definito quale «the process by which authorities seek to establish the chronological age or range of age of a person in order to establish whether an individual is a child or an adult». Tale processo può assumere rilievo giuridico in ambiti molto diversi, tra i quali negli ultimi anni è venuto ad assumere una particolare centralità quello della determinazione dell’età delle persone che, dichiarandosi minori di età, presentano o esprimono la volontà di presentare una domanda di protezione internazionale, una volta raggiunto il territorio di uno Stato terzo rispetto a quello di cittadinanza o residenza (o transito, cfr. la Libia). In tale contesto, la fase – e le concrete modalità attraverso le quali si svolge – dell’accertamento dell’età della persona richiedente asilo può risultare problematica dal punto di vista tecnico-procedurale e decisiva dal punto di vista normativo, alla luce delle molteplici conseguenze in termini di tutele che ne possono derivare. Inoltre, le caratteristiche stesse del fenomeno migratorio contribuiscono a sancirne la centralità, oltre che la complessità. Le statistiche relative alla registrazione a fini civili delle nascite nei Paesi di provenienza delle persone richiedenti asilo in Unione europea rivelano infatti tassi diffusi molto bassi, tanto relativamente alla data di nascita quanto alla vera e propria dichiarazione dei registri dello stato civile, spesso carenti o inesistenti in tali aree geografiche. Secondo i dati richiamati dall’EASO nella seconda edizione della Practical Guide on Age Assessment (2018), nel periodo 2003-2007 meno del 10% dei Paesi africani hanno certificato il numero totale delle nascite, percentuale bassa in assoluto e ancor più rilevante se confrontata con quella che caratterizza i Paesi europei (90%). Inoltre, anche dove previste e assicurate, le modalità di registrazione subiscono una elevata variabilità nei diversi contesti nazionali: ad esempio, in Somalia unicamente il 3% dei bambini sotto i cinque anni sono registrati al momento della nascita, mentre in Afghanistan tale valore raggiunge il 37%. Tale ultimo dato subisce però una significativa diminuzione – raggiungendo un valore ricompreso tra il 6 e il 10% – con riferimento ai minori nati 14-18 anni fa, rappresentando quest’ultima una fascia particolarmente significativa di minori non accompagnati a livello europeo. A livello globale, quasi 230 milioni di bambini sotto i cinque anni non sono mai stati registrati; di questi, il 59% vivono in Asia e il 37% in Paesi dell’Africa sub-sahariana. Pertanto, questo dato strutturale aumenta la difficoltà, dovuta alle spesso drammatiche modalità di svolgimento del viaggio verso l’Europa, o l’oggettiva impossibilità ab origine di recare e produrre documenti affidabili in grado di certificare la data di nascita e la stessa identità del migrante nel momento del primo contatto con le autorità nazionali del Paese di arrivo, facendo di conseguenza sorgere in queste ultime l’esigenza di verificare attraverso altre modalità e procedure, alternative a quelle basate su prove esclusivamente documentali, l’identità e l’età dei richiedenti protezione internazionale. A tale dato oggettivo si affianca, secondo un trend costantemente crescente che ha conosciuto un deciso rallentamento solo a partire dal 2018, l’ulteriore elemento delle dimensioni quantitative del fenomeno migratorio verso l’Europa e, al suo interno, della presenza di minori non accompagnati. Secondo le statistiche pubblicate dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nella prima metà del 2017 erano 18.486 i minori stranieri non accompagnati presenti sul territorio italiano, con un trend di crescita esponenziale rispetto al medesimo periodo degli anni precedenti (+ 33,6% rispetto al 2016; + 106% rispetto al 2015). Di questi, evidenziandosi un dato fondamentale ai fini del presente scritto, almeno il 60% risultava collocabile in una fascia di età vicina ai 18 anni (il 7,1% inferiore ai 15 anni). Anche in relazione alle domande di protezione internazionale presentate, il numero è quasi raddoppiato nei primi due quadrimestri del 2017 (5.960) rispetto al 2016 (3.181). Nel corso del 2018, in linea con la progressiva diminuzione degli arrivi, le domande presentate da minori stranieri non accompagnati si sono sostanzialmente dimezzate rispetto al 2017 (3.676 rispetto a 9.782), confermandosi al contempo il dato secondo cui la maggior parte dei minori accolti ha un’età compresa tra 16 e 17 anni… (segue)



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