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FOCUS - Costituzione economica, integrazione sovranazionale, effetti della globalizzazione N. 5 - 25/10/2019

 Costituzione economica e globalizzazione

La relazione tra costituzione ed economia ha sofferto una profonda trasformazione in conseguenza della globalizzazione, specialmente nella sua fase più avanzata e recente, sviluppata negli ultimi anni come terza globalizzazione. Nel primo costituzionalismo, economia e costituzione facevano parte dello stesso universo culturale, basato sul razionalismo universalista che attribuiva eguali facoltà e condizioni alla costituzione come “legge” politica e come “legge” economica. Anche l’economia e la politica dovevano seguire le loro proprie regole senza l’intervento della politica sull’economia, entrambe erano espressione di una stessa razionalità e riflettevano lo stesso sistema di valori. La relazione tra economia e costituzione si trasformò in Europa con l’incorporazione progressiva di una componente sociale al costituzionalismo che avrebbe dovuto configurarsi attraverso lo Stato sociale di Diritto o attraverso formulazioni analoghe. Con la “costituzione economica” è incorporato nel constituzionalismo il conflitto relativo alla tensione tra capitale e lavoro così come alla necessità di dotare i diritti costituzionali di un fondamento materiale che garantisca la loro effettività. Costituzione e economia continueranno a formare parte dello stesso ordine concettuale nella misura in cui è la costituzione stessa quella che stabilisce i procedimenti per risolvere i conflitti e contiene i principi e valori che devono orientare la loro soluzione. Si potrebbe affermare anche che la Costituzione normativa e la Costituzione economica in essa contenuta implicano la subordinazione, anche se formale, dell’economia al Diritto. Si configura così la caratteristica fondamentale della Costituzione economica: la normativizzazione dell’economia attraverso la Costituzione, che definisce la cornice generale alla quale dovrà essere subordinata l’attività economica. In realtà, la costituzione economica e la globalizzazione convissero in Europa durante la seconda metà del secolo XX senza determinare una rottura tra costituzione e economia. Il processo di integrazione europea contribuì durante questo periodo alla circostanza che gli effetti più dannosi della globalizzazione potessero essere controllati e integrati nell’economia degli Stati attraverso successivi processi di riconversione economica. In compenso, la costituzione nazionale perse una parte della sua centralità nella stessa misura in cui lo Stato rinunciava ad una parte della sua sovranità a favore delle istituzioni europee. Questa parte di intervento pubblico, sviluppata dagli Stati in maniera concertata nelle istituzioni europee, generò una nuova “costituzione economica”, una regolamentazione della vita economica a livello sovranazionale con la quale doveva essere armonizzato il governo nazionale dell’economia. La situazione cambia in maniera radicale con lo sviluppo della globalizzazione che genererà grandi attori globali che condizionano l’economia degli Stati e che indeboliscono la costituzione economica. La possibilità di canalizzare la tensione tra capitale e lavoro è ridotta nella misura in cui entrambi i fattori si contrappongono essenzialmente fuori dallo Stato e senza rispettare le condizioni stabilite nella Costituzione nazionale. I diritti delle persone si stanno spostando sempre di più dalla sfera della produzione a quella del consumo, dal loro status in termini di lavoratori salariati al loro status di consumatori e utenti di prodotti. Il processo di globalizzazione, delocalizzazione e progressivo sviluppo tecnologico dell’economia sta cambiando le priorità nell’ordine della protezione dei diritti in relazione alla costituzione economica nazionale tradizionale. In una economia nella quale la produzione dipende sempre di più da fattori esterni, l’accento è posto non tanto sulla relazione tra lavoro e capitale quanto sulla relazione tra consumo e capitale. I diritti da proteggere sono sempre di più i diritti dei consumatori e degli utenti di fronte alle grandi compagnie, specialmente quelle tecnologiche. La qualità di consumatori e di utenti acquisisce una condizione universale e si sovrappone a tutte le categorie produttive. Con lo sviluppo attuale della globalizzazione, il concetto stesso di costituzione economica perde la sua funzionalità perché non esprime più la capacità della costituzione nazionale di regolare in pieno la sfera economica, canalizzando e rendendo possibile la soluzione dei conflitti tra i diversi attori economici e sociali attraverso le clausole economiche stabilite proprio dalla costituzione. Costituzione economica e globalizzazione sono, in grande misura, incompatibili, perché lo Stato manca ormai di molte delle facoltà di intervento sull’economia che erano caratteristiche della costituzione economica nazionale. L’economia perde una parte della sua “normatività” o “costituzionalità”, indebolendosi la sua subordinazione alla costituzione economica… (segue)



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